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— Che fa zia monaca? — domandò la ragazza, stiracchiandosi.

— Spolvera la stanza da pranzo. È già stata a messa, — rispose la serva.

— Beata lei, che si può mettere in grazia di Dio, — mormorò ipocritamente Grazia Fanelli.

Suor Giovanna della Croce, lasciato il cencio con cui spolverava, era andata ad aprire la porta, perchè avevano picchiato. E si trovò avanti il nipote, Francesco Fanelli, il bel Ciccillo, ben vestito, come un figurino di moda, tranquillo, col suo sorriso seduttore.

— Oh, — esclamò la vecchia suora. — Sei qui! Sei qui!

E non gli disse altro, tutta tremante di gioia. Egli, sempre amabile, prese la mano rugosa e un po’ callosa della vecchia monaca e la baciò rispettosamente.

— Sono stato a Caserta, con un amico,