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restituito la dote, a ogni monaca. I più scettici dicevano che le Sepolte vive avrebbero ottenuto un forte assegno. Suor Giovanna della Croce pagava, dunque, l’ospitalità, lavorando, cercando di provvedere al disordine e alla miseria segreta della casa, cercando di renderla più decente, mentre Grazia Fanelli si tingeva i capelli biondi incanutiti e sua figlia Clementina si ondulava con la ricciolina. Le ventimila lire di dote di suor Giovanna si aspettavano, da otto mesi. Niuno ne parlava, ma tutti le aspettavano.

Ella stessa s’impazientava, vedendo le ristrettezze della casa, sentendo di essere a carico, privandosi molto, cavando, sempre che poteva, qualche cosa dal suo gruzzolo delle mille lire, soldi, naturalmente, ma cavandone sempre, meditando di fare un gran dono alla sorella e ai nipoti, appena le avessero restituita la dote.