di quel contatto, ma soffrendone in silenzio, rassegnatamente. Quaranta,
quarantacinque anni prima, quando erano nella casa paterna Bevilacqua,
lei e sua sorella erano servite, godevano di un’agiatezza secura: ma gli
anni erano passati, sua sorella aveva divorato, con suo marito, tutta o
quasi tutta la sua fortuna e quella di casa Fanelli: era vedova, adesso,
con due figli, con rendite scarse, con una ragazza da maritare, con un
figliuolo che non studiava, non lavorava e cercava una dote, con la sua
beltà seducente. Quasi povera, Grazia Fanelli; eppure aveva raccolto sua
sorella teneramente, in apparenza. Sua sorella, come tutte le altre
monache di suor Orsola cacciate dal monastero, aveva avuto, poichè i
giornali conservatori e clericali avevano fatto gran chiasso, una somma
di mille lire: ma si diceva che il governo avrebbe certamente