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mero novantadue: la portinaia, una donna magra e scialba, coi resti di una bellezza sciupata dalla miseria e dai parti numerosi, incinta, grossa, avvolta malamente in uno scialle di lana rossa, a maglia, tutto stinto, la salutò lamentosamente:
— Lodata sia la Vergine, zia monaca mia!
— Lodata sia, — rispose, a bassa voce, la suora, volendo passare avanti.
Ma la portinaia, sospirando, gemendo, la trattenne.
— Zi monaca, diteglielo voi, alla sorella vostra, donna Luisa, ditele che non ne posso più, col signorino don Ciccillo!
— E perchè? — chiese, quasi involontariamente, la monaca. — Che ha fatto, mio nipote?
Poi si pentì. Non aveva promesso a Dio, al confessore, a se stessa, di non occuparsi di cose profane, di cose mondane?