mero novantadue, in via Magnocavallo Appunto, per non girare troppo
per le strade, in quelle vesti monacali che attiravano l’attenzione, ora
benevola, ora schernitrice, alla sua età già avanzata, per quel timore
vivo e quasi infantile del mondo esteriore, da cui nulla poteva
guarirla, suor Giovanna della Croce aveva scelto la chiesa del Consiglio
per le sue divozioni quotidiane; solo per confessarsi, ogni primo
giovedì del mese, andava lontano, nella chiesa di Santa Chiara, per
trovarvi don Ferdinando de Angelis. Erano appena le sette; la via
Magnocavallo era deserta, silenziosa, sporca; qualche raro portone si
veniva aprendo, da qualche portinaio ancora sonnacchioso; qualche
basso di povera gente si schiudeva, lasciando uscire qualche operaio
che andava al lavoro. Suor Giovanna della Croce scantonò subito nel
portone semiaperto del nu-