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94 storia di due anime


tato per marito, innanzi a Dio, nella chiesa di santa Maria la Nova, cinque ore prima, era rientrato in salotto, dopo una non breve assenza, e che, dalla porta, immobile, muto, la guardava con occhi intenti e pensosi.

Ella danzava con leggerezza, con eleganza, appena sostenuta dal braccio destro e dalla mano sinistra del suo cavaliere, Mariano Dentale. Costui, ballerino esperto, girava sul ritmo della mazurka, con una grazia giovanile che incantava. Mariano Dentale aveva, sulla bocca vivida, che lasciava vedere i denti bianchi, un poco crudeli, quel suo sorriso fra distratto e beffardo, di bel giovane, sicuro di sè e sdegnoso di ogni altro: ogni tanto pareva che dicesse una parola alla sua dama, parola sommessa, senza che l’espressione dei suo viso mutasse, senza che egli aspettasse la risposta. Anche Anna, ordinariamente così impassibile nella calma della sua bellezza bruna, aveva un sorriso sulle labbra, un sorriso vago, impreciso, non diretto a nessuna persona, forse, non diretto, forse, a nessuna cosa, e forse diretto solo alla vita di cui si sentiva nella pienezza, diretto alla gioventù che le fioriva nelle vene e sul viso. Ella non guardava il suo cavaliere, ma quando costui, girando, le diceva una parola, ella aveva un fremito delle palpebre che si abbassavano, un fugace cenno del capo, e il sorriso si faceva più espressivo, più intenso. Altre coppie ballavano meno bene, mediocremente o male, seguendo la prima, quella di Anna e di Mariano, e gli altri invitati, affaticati e