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90 | storia di due anime |
— E quando ritorni?
— Quando, Domenico? Mai più, forse. Tu ti sei sposato e devi stare con Anna: io... faccio un’altra vita... come ci potremmo vedere?
— Dici veramente?
— Oh sì! — soggiunse lei, con un stanchezza nella voce — anzi, vedi, io era venuta per un sol momento e ti ho trattenuto troppo...
— No, no...
— Sei lo sposo: ti vorranno, di là...
— Come vedi, nessuno mi ha chiamato — mormorò lui, amaramente.
— Non importa, è una gran giornata, per te: ho voluto salutarti anche io... mi hai sempre voluto bene...
— Anche adesso — rispose lui, candidamente.
— Anche adesso — replicò Gelsomina, con intonazione singolare. — Ti avevo portato un piccolo ricordo... avrai avuti molti doni...
— No!... io, no. Anna, sì.
— Anna, non la conosco — continuò la fanciulla, aggrottando le sottili sovracciglia. — Ho portato a te, questo piccolo dono...
Ella cercò, macchinalmente, nella sua borsetta e trovò un astuccio di raso granato. Lo aprì. Vi era un semplice anello di oro, da uomo, una fascia larga che formava scudo, sopra: sullo scudo era smaltata, in nero, la parola ricordo. Era un gioiello assai modesto di prezzo, assai comune di gusto. Gelsomina teneva l’astuccio aperto, nella mano, e non osava stenderlo a Domenico.