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88 | storia di due anime |
E, malgrado la sua bonarietà e la sua indulgenza, Domenico crollava la testa, non convinto, ripetendo:
— Ah, Gelsomina, Gelsomina, non dovevi farlo!
Le lacrime si disseccavano sulle gote ardenti della fanciulla caduta. Un cupo dolore subentrava allo smarrimento.
— Non dovevo farlo, è vero — diss’ella, tetramente, con gli occhi fissi sul pavimento.
— E perchè lo hai fatto?
— Così — diss’ella, di nuovo aspra.
— Gli volevi bene, a don Franceschino Grimaldi?
— ...no — disse lei, fermamente.
— Ti piaceva, forse?
— ...sì, forse.
— Ti avrà fatto molte promesse?
— Non molte. Ha detto, così, qualche volta, che mi avrebbe sposata.
— E gli hai creduto?
— ...qualche volta!
— Gli credi, adesso?
— Assai meno di prima.
— Ti avrà fatto dei regali?
— Sì, molti. Tutto quello che ho addosso, è suo e mi ha fatto mettere il cappello — disse ella, arrossendo sino al collo, sino alla fronte.
— Ti è sempre piaciuto di vestir bene, povera Gelsomina!
— Troppo, mi è piaciuto.