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86 storia di due anime


e gaia e dolce: questa visione lo prese tanto che, quasi inconsciamente, egli fissò Gelsomina e le chiese, esitando, pentendosi subito, dopo, della domanda:

— ...e tu?

— Io? Che cosa? — esclamò lei, con un’asprezza nuova.

— Tu. Che fai?

— Niente — disse ella, rudemente, con una rude stretta di spalle.

— ...dove abiti? — seguitò lui, sospinto da un tenero, da un pio interesse.

— ...lontano — ella rispose, con un cenno vago.

— ...sola?

— Non sempre, sola — ribattè lei, pronta, decisa.

— Egli viene a trovarti?

— Ogni giorno; spesso, due volte al giorno.

— Ti vuol bene, dunque?

— Mi vuol bene.

— Assai?

— Assai.

Nella tenerezza delle domande di lui vi era una profonda mestizia, insieme. Invece, le risposte di lei erano nitide, fredde, limpidissime. Anzi, anzi, nel viso leggiadro vi era come una fierezza insolita ed esagerata, un bizzarro e tristo vanto nel tono della cara voce, un tempo così umile e semplice. Una compassione anche più forte si manifestò in Domenico, innanzi a quella alterigia che voleva confinar col cinismo; egli le prese una mano, con una pietà gentile, sgorgatagli dal cuore, strinse