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84 | storia di due anime |
— Niente, Domenico, niente. Ho detto così... Non ci pensare. E la sposa è molto bella?
— Bellissima!
— Oh! tanto meglio, Domenico. E ti vuol bene?
— ...sì!
— Ti vuol molto bene? — soggiunse lei, affannosamente, mettendo la sua mano sul braccio di Domenico.
— Lo spero, Gelsomina, lo spero!
— Non ne sei sicuro?
— Di Dio solo dobbiamo esser sicuri, Gelsomina — rispose lui, con un pallido sorriso di malinconia.
— Se la tua sposa non ti vuol bene, è una cattiva e una sconoscente — disse lei, con forza, con accento d’ira ed un lampo di collera negli occhi.
— Sss! — disse lui, con un dito sulle labbra. — È di là! Vuoi farti udire?
— No — mormorò lei, raumiliata. — Non voglio farmi udire. Potrebbe scacciarmi, come una serva insolente. Essa è una signora. Quando la incontravo, per la via, appena se rispondeva al mio saluto...
— Non ti vedeva, forse.
— Per superbia, Domenico. Una signora! Se si è decisa a sposare, uno che non era del suo stato, si sa il perchè...
Ma Gelsomina si pentì subito delle parole dure che l’ira e il dolore segreto le strappavano. Vide una pena immensa sul viso di Domenico, scorse gli occhi di quel misero riempirsi di lacrime; nel