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70 | storia di due anime |
sguardo, vinto da un accesso di emozione passionale, egli la chiamò:
— Annina!
Ella non lo udì, non rispose.
— Annina! Annina!
— Che è? — disse lei, come trasognata.
— Che hai, Annina?
— Nulla.
— A che pensi?
— A niente.
Tacquero, mentre egli chinava il capo, mortificato. Annina aveva abbandonato la sua piccola mano fine, sulla tavola. Lo sposo levò gli occhi, li girò intorno, e mise la sua mano su quella della sposa: la piccola mano muliebre restò immobile, si lasciò carezzare lievemente, non rese la carezza, si lasciò stringere, non rese la stretta. In verità, solo a quel contatto di quella piccola mano delicata e inerte, egli era talmente commosso, che il suo viso si scompose. Lentamente la sposa ritirò la sua mano e fece l’atto naturale di ravviarsi l’onda bruna e folta dei capelli, sulla fronte. Di nuovo, Domenico Maresca vide Anna volgere i suoi occhi, verso il giovane che era dirimpetto a loro: un bel giovane di un venticinque anni, dai capelli castani, dai morbidi baffetti biondi, dalla pelle bianca, dagli occhi grigi, vividi, vestito con eleganza, disinvolto, gaio. E lo sposo, superando una titubanza che lo tenne taciturno, per qualche minuto, interrogò la sposa, novellamente:
— Annina, questo Mariano, è quello che...