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storia di due anime | 67 |
accanto a lei che egli adorava, nella loro prima festa, nel loro primo banchetto.
— Annina, sei contenta? — le chiedeva, pianissimo.
— Sì — rispondeva lei, a fior di labbro, senza guardarlo.
— Sei felice?
— Sì — replicava lei, a occhi bassi, distratta.
Poi, levando gli occhi, ella li fissò, lungamente, dirimpetto, come se non volesse esser più interrogata.
— Chi è quel giovane, dirimpetto a te, che ci guarda? chiese Domenico Maresca, sempre sottovoce.
— Mariano Dentale — rispose lei, brevemente, seccamente.
— Parente stretto?
— No; parente lontano.
— Oh! — disse lui e tacque.
Il grande fornitore di questi pranzi di nozze, Esposito, di via Museo, dirigeva il servizio: e il brodo, nelle tazze, il consommé en tasse, della minuta, era davanti a tutti. Il ramo Dentale, sebbene non lo amasse, il brodo, lo sorbiva, in silenzio, specialmente le donne, con aspetto austero di signore abituate: il ramo Maresca, non sapendo fingere, dava in esclamazioni, in tratti di spirito, protestando, invocando un piatto di maccheroni, una minestra maritata, qualche cosa di solido.
— Ci siamo risciacquati lo stomaco.
— Io preferisco il brodo di castagne allesse.
— O una zuppa alla marescialla.