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64 storia di due anime


dello sposo, a cui tutti i Dentale si degnassero por mente; il solo individuo a cui, ogni tanto, la superba e fredda sposa rivolgesse uno sguardo amabile e il principio di un sorriso; il solo individuo a cui don Carluccio Dentale facesse la corte. Tutti gli altri, dal lato Maresca, cugini, cognati cugini, affini, compagni di arte, compagni di lavoro, gente ignota, che lavorava ignotamente, nelle botteghe proprie o in quelle altrui, alcuni padroni, e altri operai, tutti quanti formavano un gruppo meno folto, isolato, a cui, ogni tanto, Domenico Maresca, rivolgeva un fiacco sorriso incoraggiante. Costoro avevano condotto le loro mogli, le loro sorelle, vestite delle loro più belle vesti: ma non tutte portavano il cappello, queste donne: e sebbene anch'esse avessero esposti i loro giojelli di oro e di perle, questi ornamenti non avevano a che fare, con i solitarii di brillanti e le collane di casa Dentale. Due o tre volte, innanzi a quelle parenti del suo sposo, salutandole, Anna Maresca aveva leggermente aggrottate le sopracciglie: e invece di baciarle, si era lasciata baciare, come un idolo.

— Annina, ecco mia zia Gaetanella Improta — diceva Mimì Maresca, presentando una donna anziana, in capelli, ma in veste di broccato azzurro e nero.

— Piacere... — mormorava la sposa, offrendo la guancia, e voltandosi subito in là.

— Annina, ti presento Raffaele Amoroso, pittore, anche lui, amico carissimo — seguitava a dire lo sposo, superando la sua timidità, e fissando in lei