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60 | storia di due anime |
fitta, in quello strettoio; ogni minuto essi si fermavano, non potendo procedere avanti. Domenico Maresca soffriva, ora, intensamente e malgrado la inespressione del suo scialbo e floscio viso, questa sofferenza si notava, perfettamente. Sottovoce, quasi con un gemito, disse:
— Mi par mille anni di arrivare.
— Se avessi preso la carrozza, questo non accadeva — mormorò ella, con una intonazione di freddo disdegno.
— È vero — disse lui, umilmente.
Ora, le esclamazioni, le osservazioni della gente, fra cui non mancavano i pettegoli, i maligni del quartiere, tutti coloro che conoscevano la storia di Domenico Maresca, il pittore dei santi, e quella di Anna Dentale, la bella figliuola del farmacista fallito, diventano più stringenti, più aspre. Alle orecchie zufolanti di Domenico giungevano, precise, nette e offensive:
— Essa è bella, essa sola!
— Non aveva neppure la camicia, essa.
— Le ha fatto tutto lui.
— E si capisce! Se no, perchè lo avrebbe accettato?
— Quanto è bella!
— Troppo bella, io non l’avrei presa!
— La moglie bella si sposa per gli altri.
— Solo per denaro, essa se lo poteva sposare.
— A rivederci fra un paio d’anni.
— Un anno, compare!
— Una signora, era.