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58 storia di due anime


simo, certo, per l'emozione, per la fatica: su quel pallore intenso appena appena si distinguevano i mustacchi radi, di un biondo così smorto, che covrivano malamente il suo grosso labbro, di un roseo violaceo. Egli era vestito di nuovo, e aveva l'aspetto imbarazzatissimo, degli abiti che non si portano ogni giorno: un thait nero male squadrava le sue spalle rotonde, un poco curve; il suo panciotto bianco rendeva più largo e più evidente lo sformamento del suo busto; i suoi pantaloni neri, facevano mille pieghe disformi, sulle sue gambe scarne. Egli aveva una cravatta bianca che aumentava il suo pallore e portava dei guanti bianchi, che gli dovean dare molto fastidio. E, subito, fra il popolo, fra quelli che lo conoscevano poco o molto, fra quelli che non lo avevan mai visto, fra tutti quanti, intorno, nella piazza, sui balconi, fu ripetuta cento volte, mille volte, la novella impressione:

— Essa è bella, essa, essa è bella, solo essa, solo essa!

Udirono, entrambi. L'orgoglio soddisfatto di Anna Maresca Dentale non diede un lampo ai suoi larghi occhi, bruni e altieri, non diede un sorriso alla tumida bocca, rossa come un melograno: ella procedette verso le scale, come se non avesse udito. Lo sposo, Domenico Maresca, pareva, forse, più pallido che mai, mentre le palpebre gli battevano sugli occhi, contro la meridiana luce del sole: pure, camminò accanto a lei, tenendone la piccola mano guantata, sul braccio. Così piccola mano bianca, sul nero: e così lieve, come lieve e svelto era il