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storia di due anime 57


sposa, Anna Maresca Dentale, appariva nitidamente, in tutta la sua snella, e pur formosa persona, più alta di tutta la testa, dello sposo: il suo vestito di seta bianca, attillatissimo, ne additava tutte le perfette e armoniose linee: e il velo bianco pudicamente abbassato sul volto, era così lieve che spariva, nella luce già radiosa del sole. E si scorgeva una massa profonda di capelli neri rialzati, sopra una fronte bianca, breve, disegnata finemente: un volto di schietta bellezza bruna, su cui si aprivano i grandi occhi neri, larghi, pacati, fieri; su cui si delineava una bocca d’indicibile fascino muliebre, una bocca rossa, florida, tumida, chiusa, senza sorriso, e, intanto, indicibilmente affascinante: un volto ove la delicatezza gentile della carnagione, la purezza di ogni dettaglio, dalle sottili sovracciglie nere alle orecchie rosee, dal nobile profilo alle nari palpitanti, si univa a questa seduzione degli occhi profondi e superbi, a questa seduzione della giovanile bocca freschissima e voluttuosa, pur essendo chiusa ermeticamente. — E un grande grido di ammirazione sorse, discese per i gradini delle scalee, si diffuse nella piazza, salì per le finestree per i balconi.

— Quanto è bella, quanto è bella, quanto è bella!

Lo sposo, Domenico Maresca, il pittore dei santi, si scorgeva, quale era, nell’insieme poco regolare della sua persona: molto più basso della sposa, con un torace enorme, con un ventre già proeminente, con le gambe magre e corte, col collo breve, su cui pareva si piegasse un testone troppo grosso e troppo pesante. Egli era, in quel giorno, pallidis-