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storia di due anime 37


aver rapporti con l'argentiere, con la ricamatrice, con nessuno. Tutto passerà per mano vostra.

— Sta bene.

— Quando vi domanderanno di chi è la statua, che direte?

— Io non debbo dire nulla, signore.

— Avrete una moglie, una sorella, una innamorata, le racconterete tutto!

— Io non ho nessuno — disse austeramente il pittore dei santi — e a mia madre istessa, benedetta anima, nulla narrerei.

— Benissimo. Quando la statua sarà finita, io la manderò a prendere, per gente mia. Voi non chiederete nulla a loro, nè donde vengono nè dove vanno. Io vi avrò già pagato. E vi scorderete di aver eseguito questa Madonna, come se fosse stato un sogno; come se mi aveste visto in sogno; voi vi scorderete di tutto.

— Sta bene — ribattè il pittore dei santi.

— Questo è il mio voto, signor Maresca, — concluse il gentiluomo, di cui le parole, adesso, tremavano, come vinte da una fortissima emozione.

— Che la Vergine lo esaudisca — replicò Domenico Maresca, commosso anche lui.

Deve esaudirlo, deve — esclamò, sempre piano, ma con forza, il duca; — se no, sono perduto.

— La Vergine non permette che si perda nessuno.

— Ma io sono un peccatore, un grandissimo peccatore — disse, con voce spenta, quasi parlasse a sè stesso, il gentiluomo a occhi bassi, pallido, sfinito nelle linee del viso e nella espressione.