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36 | storia di due anime |
— Già, deve esser di finissima qualità, mi avete detto.
— E le ricamatrici?
— Sono tre: lavoreranno sei mesi: non si contenteranno meno di millecinquecento lire.
— Benissimo! Avete pensato agli ornamenti, la corona d’argento massiccio, le sette spade, il fazzoletto di merletto?
— Vi è tempo, vi è tempo — disse, con un sorriso, il paziente Domenico Maresca.
— Io voglio darvi del denaro, intanto — mormorò il fremente gentiluomo, facendo atto di sbottonarsi la pelliccia.
— No. Fra un mese. Man mano che servirà l’oro per donna Raffaelina Galante, voi mi darete mille lire alla volta.
— Perchè non tutto?
— No, non mi piace tenere troppo denaro degli altri, ed è inutile lasciare cinquemila lire di oro, in casa della ricamatrice, che può esser derubata.
— Sta bene. Credete, dunque, che io possa avere la mia Madonna dei Dolori, per l’agosto?
— Lo credo; se non sorgono ostacoli.
— La festa dell’Addolorata è in ottobre. Maresca, io debbo avere la statua prima della fine di agosto! Essa deve partire... lontano...
Si pentì subito, il gentiluomo, di quello che aveva detto. La sua voce bassa diventò novellamente aspra.
— Ricordatevi, Maresca, che voi non mi conoscete, che non mi avete mai veduto. Non voglio