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storia di due anime | 33 |
zione. — Io sono un divoto, niente altro. Che mi dite, per la mia statua?
— Io non posso cominciare il lavoro che fra tre mesi.
— E perchè?
— Il perchè, l'ho già detto, signor... l'ho detto l'altra volta. Ho impegni, per tre mesi, per statue piccole e grandi. Sono solo, al lavoro: non mi posso fidare di nessuno. Questo qui è semplicemente uno stuccatore...
— La statua mia, la voglio da voi.
— E da me l'avrete, se mi date il tempo. Ma, scusatemi, prima ho da servire gli altri.
— Anche se io pagassi di più?
— Anche!
— Il doppio?
— Ho promesso ad altri, debbo mantenere — mormorò Domenico Maresca, crollando il capo. — E perchè tanta fretta?
— È un voto — disse misteriosamente, a occhi bassi, il gentiluomo.
— Capisco. La Madonna, però, vede, capisce, sa, e si ricorda. La vostra intenzione le è nota. Ma se volete onorarla veramente, se volete avere una cosa molto bella, bisogna che aspettiate.
— Aspetterò — disse l'altro, come se si rassegnasse a stento. — Ma avete fatto nulla?
— Sicuramente. La vostra Madonna è lì.
E fece un cenno con la mano, alle sue spalle.
— Dove?
— Là.
Serao — Storia di due anime. | 3 |