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storia di due anime 29


— Ha ragione!

— Ragione, don Domè? Quando vi sono guai, bisogna fare tutto. Don Carluccio non può più pagare nè il commesso, nè il contabile: d'altronde, donna Nannina è una bella giovane...

— Voi che cosa dite, donna Clementina?

— Eh già, dico questo, che, senza peccato, una bella giovane può stare al pubblico, anzi tira gente e può trovare anche un buon partito...

— Queste sono le cinque lire — replicò don Domenico. asciuttamente, troncando il discorso.

La verbosa sarta dei santi lo guardò, un po' stupita, prendendo il danaro. Sentiva di aver detto qualche cosa di spiacevole, ma non comprendeva che cosa. Si levò, con uno sforzo. Don Domenico era tornato presso la statua di san Michele, ma non aveva ripresa la stecca.

— Tante grazie, don Domenico: Dio vi deve benedire, in ogni cosa che desiderate. Domani sera, vi porto la veste di santa Rosalia...

— Va bene, buona sera.

— Buona sera, buona sera.

Uscita donna Clementina, il pittore dei santi girò due o tre volte per la bottega, così, come se cercasse qualche cosa che non trovava. Il mal odore della creta, delle biacche, dei colori, si era fatto anche più opprimente.

— Io apro un poco: non importa che fa freddo — disse, come fra sè.

Uscita donna Clementina, il pittore dei santi girò due o tre volte per la bottega, così, come se cercasse qualche cosa che non trovava. Il mal odore della creta, delle biacche, dei colori, si era fatto anche più opprimente.

E schiuse la porta; la lasciò spalancata; uscì sulla via. Involontariamente, mentre faceva due o