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22 storia di due anime


talvolta, scherzando, che tutte le statue dei santi, inviate in tante chiese e chiesette, in tante case di persone divote, pregavano per lui, peccatore, e che, quindi, egli aveva degli avvocati, in Paradiso, assai possenti, oltre la Grande Avvocata, la Madonna, che egli aveva cento volte riprodotta, sempre bella, sempre dolce, sempre soave. Egli stesso, però, come suo padre, faceva una vita molto castigata, molto seria, anche per necessità di mantenersi fedele la clientela: giacchè un pittore di santi, frivolo, scialacquatore, vizioso, sarebbe tale una singolarità da far fuggire tutti i preti, tutti i sagrestani, tutte le pinzochere, che sono la base della sua clientela. Era ritenuto virtuoso; la gente gli attribuiva più danaro di quello che egli possedesse e aveva ricevuto varie profferte di matrimonio; si era ricusato, egli, così impacciato e così dubbioso, in tutte le cose che non fossero l’arte sua, si era rifiutato recisamente. La sua vecchia serva, Mariangela, che viveva in sua casa da trent’anni, prima della sua nascita, approvava. Egli viveva scapolo, solitario, casto e spesso pensoso, spesso triste.


In quel pomeriggio d’inverno, nella piccola via annottava prima delle cinque. E Domenico Maresca, a cui premeva assai di lavorare intorno al suo san Michele, domandato con grandi insistenze dal parroco di Atripalda, dalla commissione, dal sin-