Pagina:Serao - Storia di due anime, Roma, Nuova antologia, 1904.djvu/168

166 storia di due anime


visi, e la poveretta aveva dovuto prendere, a giorno fisso, implacabilmente, la via del paesello ove era nata, e donde mancava da tutta una vita, essi avevano cambiato due o tre domestiche, per capriccio di Anna, per lo più, o perchè erano indolenti, insolenti, mangione. — L’ultima, una giovine, vi stava da un paio di mesi, miracolosamente, poichè Anna sembrava proteggerla molto: ma lei, come le altre, andava via dalla casa, la sera, dopo il pranzo e dopo aver rigovernate le stoviglie. Era Anna che aveva voluto così, dicendo che si nauseava di tenere a dormire in casa queste donne sudicie, che sciupavano la biancheria, che forse, avrebbero portato degli insetti nel letto e nella casa. Era, anche, una economia, poichè le domestiche che vanno via di sera, si compensano meno delle altre, che restano a dormire. Domenico che aveva fatto compiere, vilmente, il sacrificio di Mariangela, nulla aveva tentato di osservare, a questi mutamenti. Il dietrostanza oscuro dove, un tempo, dormiva la fedele Mariangela, era vuoto: e in quella notte, in quel silenzio, mentre si avviava alla cucina, Domenico pensò, che, in altri tempi, tante volte, quando si era alzato, a quell’ora, Mariangela si era svegliata subito, con quel senso fine dei cani di custodia, e gli aveva chiesto se voleva qualche cosa. Nulla, ora; la casa era deserta di quell’antica fedeltà, e Mariangela aspettava la morte, in vita divota e solinga, ad Airola, in un piccolo paese di montagna. Sospirando, tastando qua e là, Domenico finì per mettere le mani sopra una scatola di