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dere nei vivi e verbosi ringraziamenti meridionali, ognuno, commosso della sua generosità, volendo baciargli la mano, egli ebbe due o tre atti imperiosi e duri, per non essere ringraziato, nè a voce, nè con gesti.

— Addio, Maresca — egli disse dalla porta, uscendo.

E in quel senso di sorpresa generale che aveva destato, in quella gente semplice, il suo contegno strano, la ricamatrice ebbe un moto di spalle, una parola definitiva:

— Poveretto... chi sa!

La comitiva, lentamente, si sciolse: ognuno di coloro che aveva passato dei mesi intorno alla grande effigie e che, ora, non l’avrebbe vista più, si licenziò da essa, con una breve orazione, con un segno di croce, passandole innanzi, salutandola con un inchino: le due ragazze si inginocchiarono, baciandole il lembo della veste, su cui anche le loro abili mani avevano intessuto l’oro, in lavoro silenzioso, e che, adesso, era diventata sacra, benedetta da Dio, messa sulla statua benedetta, parte istessa della Madonna Addolorata.

— Ci vediamo dopodomani, verso mezzogiorno — disse il pittore dei santi, a Gaetano Ursomando e al ragazzo, volendo obbedire rigorosamente agli ordini del duca.

— Ci vediamo — dissero quelli, andandosene, abituati a una obbedienza cieca: e contenti del dono avuto, del riposo, di tutto.