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storia di due anime 153


alla vestizione: si sapeva bene che, là dentro, si preparava qualche cosa di maestoso, in onor della religione, in gloria di Maria. Ma con garbo, con atti brevi e cortesi, quasi senza parole, il pittore dei santi allontanò tutti, e dopo un poco, rientrò, solo, nella bottega dei santi, chiudendone a chiave, alle sue spalle, la porta. Qualcuno, più ostinato, era restato dietro ai vetri, cercando di scorgere nell’interno: ma la polvere di gesso, la polvere di stucco, la biacca, covrivano così fissamente quei vetri, che anche quelle ombre testarde sparvero, poichè nulla potevano intravedere. E la vestizione della Dolente ebbe principio solo per mano di coloro che avevan faticato intorno alla statua e alle vesti, ebbe principio in un silenzio profondo.

L’altissima statua di Maria Addolorata era in mezzo alla bottega, collocata sovra un primo e rozzo piedistallo di legno, e sovra un secondo, a triplice giro di ovali d’oro lucido, su fasce rotonde di oro opaco: era su questo che doveva partire e con questo doveva essere collocata sull’ignoto altare dell’ignoto tempio. Accanto da essa, di lato, vi era il trespolo con tre gradini e la breve piattaforma ove l’opera di Domenico Maresca si era svolta. La Madonna Addolorata mostrava il bel volto ovale e delicato, straziato da un’angoscia indescrivibile, e il lavorio d’arte del pittore si estendeva sino al collo: dopo, cominciava una lunga, rigida tonaca di tela bianca, che giungeva sino ai piedi: dalla tonaca escivano le due mani, dipinte finemente, l’una aperta sul petto e raggricchiata, con un’espres-