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134 | storia di due anime |
anche infantile, d’improvviso smarrimento: un avvicendarsi, invece, di una rassegnazione passiva, di una tristezza torbida, di una curiosità dolente, di uno stupore dolente. E quegli occhi ove tutta la sua istoria si poteva leggere, per chi ricordava quelli di un tempo, quegli occhi donde tutta la gioia della innocenza e della gioventù era fuggita, contrastavano malamente con quel viso delicato, tutto imbellettato.
— E che fai, qui, a quest’ora... Fraolella? — domandò Mimì, per dire qualche cosa, superando la sua pena.
— Aspetto... aspetto qualcuno... — ella rispose, girando la testa in là.
— Un innamorato?
— Già.
— Don Franceschino Grimaldi?
Un breve riso, impresso di cinismo, uscì dalle labbra dipinte e morsicchiate di Gelsomina.
— Le tue notizie sono vecchie! — ella esclamò, ridendo ancora, e fermandosi, subito, per respirare, come un tempo.
— Non è più il tuo innamorato?
— Ma no!
— Lo hai lasciato?
— Mi ha lasciata — ella soggiunse, piano, come se parlasse in sogno. — Dopo tre mesi, mi ha lasciata.
— Così poco?
— Così poco, Mimì — disse lei, mentre, nella arrocatura della voce, qualche cosa tremava. — Temeva... temeva... qualche guaio... un figlio...