Pagina:Serao - Storia di due anime, Roma, Nuova antologia, 1904.djvu/12

10 storia di due anime


maestoso, vi era una grande figura di santo o di santa: s'ignorava, poichè era completamente coperta e chiusa da un grande panno grigio, che ne celava ogni linea. Era molto più grande del naturale: una di quelle statue colossali, destinate a salire in cima a un altare, in alto, in fondo a una vasta chiesa, e a esser guardata, ammirata, adorata, da una folla di persone oranti, oranti sino laggiù, alla porta estrema del tempio. Questi santi, anche, apparivano di fattura diversa. La piccola Madonna della Salette aveva di stucco, delicatamente dipinto, solo il volto idilliaco e le mani lunghette e fini: mentre era tutta vestita di una vera veste di lana bianca, con una coroncina di rosette artificiali che le orlava la gonna, un'orlatura di rosette intorno alle ampie maniche bianche, e una coroncina di rose sul capo. Un cordone di seta bianca le stringeva alla cintura la tunica e i suoi piccoli piedi non si vedevano. Un san Giuseppe, alto mezzo metro, era, invece, tutto di legno e di stucco; e il volto e le mani e la prolissa barba grigia dipinta finemente sullo stucco, le vesti di Nazzareno, bigie e azzurro cupo, la tonaca e il mantello, eran dipinte, a pieghe immote, sul legno; sul suo alto bastone, però, vi era un mazzolino di fiori artificiali. Un san Vincenzo Ferreri misurava due terzi della persona, appoggiato sovra una larga base; aveva un vero vestito monacale, come è raffigurato sempre, tonaca nera, scapolare e cappuccio bianco, in lana grossa: e la sua testa ardita e pensosa, opera eguale di pittore e di scultore, si ergeva, plasmata e stuc-