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114 storia di due anime


— Sei andata... dove?...

— A fare una visita.

Silenzio, ancora.

— Dalla tua madrina, donna Giuseppina?

— ...no.

— Da tuo padre?

— ...no.

— Da Francesca Dentale?

— ...no.,no. Sono andata altrove...

— Ah!... — esclamava lui, come aspettando.

Ella si decideva.

— Sono stata da Maria Garzes.

— E chi è, costei?

— Non la conosci. Una mia compagna di monastero.

— E dove abita?

— A Salvator Rosa.

— È maritata?

— Sì, maritata; agiata.

— E chi ha sposato?

— Un signore, naturalmente — concludeva lei, per punirlo delle sue investigazioni.

Raumiliato, egli cessava d’indagare. E le doveva credere sulla parola: poichè, per metodo, Anna aveva fatto sì, che i suoi parenti, salvo suo padre, non vedessero che raramente, molto raramente, suo marito. Con un’abilità perfetta, dovendo egli stare a bottega, tutto il giorno, non facendosi restituire che pochissime visite, non andando con lui, di domenica, quando egli era libero, che a messa, a passeggiare in Villa e, la sera, in un