lacrime, ove tutto il nostro essere parve si disciogliesse, dal suo nodo più tetro e, più truce; belle lacrime ove fuggì, via, via, per sempre, la parte peggiore di noi stessi; belle lacrime, voi, che ci salvaste, che ci liberaste, che ci redimeste! Chi non ha mai pianto, non ha vissuto: chi non piange, non è degno di vivere. Oh! apriamo le braccia al dolore, nel nome di Dio, e lasciamo che esso compia in noi la sua opera rigeneratrice: chiediamo di soffrire come Teresa chiedeva, e facciamo della sofferenza la nostra elezione e la nostra grandezza. Rammentiamoci che il dolore fu il pascolo dei martiri e l’alimento dei poe-