te si agitò tanto, in tutti i ceti sociali e in tutte le parti del mondo, per trovare questa felicità. Non vogliamo più soffrire. Gli studii degli scienziati, le scoperte degli inventori, le fatiche elette e le fatiche ignote, non tendono ad altro che a rendere la vita più gradita, più comoda, più piacevole: e oserei dire che persino le elucubrazioni dei filosofi sono dirette allo scopo di trovare, nel ciclo morale, un assetto ove la nostra anima insoddisfatta si quieti. Nessuno vuole più patire, nè dolori fisici, nè dolori morali: nè l’operaio, cui fu assegnato un posto oscuro nel mondo ed un lavoro penoso; nè la gran signora che deve met-