amarci. Ogni tanto, così vagamente, ci giunge una lettera: qualcuno ci narra una sua impressione, ma sono testimonianze fugaci e fredde; l’editore ci dice che il libro è andato male, è andato bene; e il legame col pubblico esiste, sì, ma è astratto, impersonale, irreale. Invece, qui, è, d’un tratto, la comunicazione diretta, viva, palpitante, fra l’autore e il suo pubblico; è un combattimento, cortese, è vero, ma sempre pugnace, fra una persona e moltissime persone; è il giudizio pronto, immediato, direi quasi fulmineo, che si deve affrontare. Oh, povera gente di tavolino, tante volte accusata di audacia e così pau-