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sassata. Ma fu l’unica loro lite. Canituccia mangiava sempre meno e Pasqualina era sempre più aspra con la figlia della rossa, poichè la raccolta era stata cattiva e la casta zitella aveva un terribile sospetto, che suo fratello Crescenzo avesse preso una relazione amorosa con Rosella di Nocelleto: erano spariti dalla dispensa due caciocavalli e un prosciutto: poi Crescenzo aveva comperato al mercato di Sessa, per tre lire, un anello d’oro. Nella casa, Pasqualina diventava sempre più rabbiosa e avara. Se la prendeva con Teresa la serva, con Giacomo l’ortolano, con Canituccia, con tutti. L’ultima domenica, don Ottaviano non aveva voluto darle la comunione per i tanti peccati di pensiero.

Poi pioveva sempre e ogni giorno Ciccotto e Canituccia ritornavano a casa bagnati fradici. Canituccia si metteva il panno rosso sul capo, ma rimaneva con la sola camicia attorno alle gambe, camminava nelle pozze d’acqua e fango, sferzata dalla pioggia, dicendo a Ciccotto:

— Corriamo, Ciccotto bello di Canituccia,