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canituccia | 59 |
— Ciccotto bello, Ciccotto mio, Ciccotto di Canituccia tua, dove stai? Ciccotto, Ciccotto, Ciccotto, vieni da Canituccia! Se non ti porto a casa, mamma Pasqualina non mi dà da mangiare. O Ciccotto, o Ciccotto!
Era uscita sulla via maestra che mena a Cascano, a Sessa, a Sparanisi. Nella oscurità la via biancheggiava, e la piccola ombra di quella bambina desolata prendeva contorcimenti strani sulla terra. La voce le si affannava. Correva all’impazzata, ora, chiamando Ciccotto con tutte le forze. Due volte, disfatta, disperata, sedette per terra: due volte riprese la corsa. Finalmente, nel campo di Antonio Jannotta, udì come un piccolo grugnito, poi un piccolo galoppo, e Ciccotto venne a lambirle i piedi col grugno.
Ciccotto era un porcellino bianco-roseo, con una macchia grigia sulla schiena, grassottello e rotondetto. Canituccia gridò dalla gioia, prese nelle braccia Ciccotto e se ne tornò indietro, con l’ultimo sforzo delle sue gambe di bam-