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46 giuochi


passarle delicatamente la spazzola sul viso, sul collo, sui vestiti. La spazzolata si inchinava avanti, si piegava indietro, si inginocchiava per non farsi riconoscere e fremeva di non poter ridere, per non fare sentire la sua voce, e si contorceva tutta, mentre gli altri erano convulsi di risate taciturne. Dopo avere molto spazzolato, Clelia pensava un poco e diceva:

— Ha il nastro nei capelli: è Cristina.

E tutti scoppiando:

— Ma che Cristina, che Cristina! Giro, giro, giro!

La ronda ricominciava, si arrestava di nuovo, Clelia faceva passeggiare la sua spazzola sopra un altro viso, lungamente, producendogli il solletico. Si moriva dal ridere, affogandosi per non farsi udire. Finalmente Clelia, trionfante, esclamava:

— Ha il grembiule di mussola: è Matilde.

Ma stanchi di questi giuochi, ne inventavamo una quantità, parodiando i grandi. Giocando alle visite si udivano questi dialoghi: