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giuochi 43


teva la biancheria sporca. Per entrarvi dentro lo facemmo traboccare per terra, e vi entrammo, in sei, come nella bocca di un forno: poi premendo sul fondo, lo facemmo rialzare e restammo immobili, in fondo a questo pozzo rotondo. Ridevamo fra noi, perchè certo Michele non ci avrebbe mai trovati. Stavamo allo stretto, uno addosso all’altro, ma felici di aver burlato Michele. Appena Adelina si lamentava che le doleva un piede, qualcuno le mormorava:

— Zitto, bestia! ci farai scoprire.

Passava il tempo. Michele non veniva.

— Non ci trova, non ci trova — dicevamo sottovoce, ridendo.

Poi, cominciammo a seccarci. Poichè Michele non ci trovava, era meglio uscire di là e andargli a dire che era uno scemo, uno scemone, che gliel’avevamo fatta. Ma che! Noi premevamo sul fondo e il canestrone rimaneva ritto, con le sue pareti alte come quelle di una torre: non sapevamo rovesciarlo più, per uscirne. Le pareti contro cui battevamo per farlo voltare,