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164 | salvazione |
Flavia si arrovesciò nella poltroncina, come se svenisse. Il bimbo la guardava co’ suoi occhi buoni e meravigliati. Ella non parlava, non trasaliva, non si moveva, e Paolo cominciava ad aver paura di questa bella signora tutta pallida. Egli stringeva macchinalmente il berretto e desiderava che suo padre tornasse, per andarsene. Poi, Flavia si scosse, levò la testa, e tanto dolore le si dipinse nella faccia, che il bimbo le tese le braccia come a sua madre, dicendole:
— Che hai?
Uno scoppio di pianto la vinse, mentre baciava quel bel bambino affettuoso, tutto sorpreso da quest’impeto. Le lagrime bagnavano le guance, il collo di Paolo.
— Non piangere, signora, non piangere così. Non sarà niente.
— Non piango, no, non piango più. Dammi un bacio, come alla tua mamma.
Egli le buttò le braccia al collo e la baciò.
— Addio, caro, resta un minuto qui. Ora