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144 gli spostati


tovagliolo: ella sa tutte le magagne del cuoco, le costolette dall’osso appiccicato, il burro che serve tre volte, gli avanzi di carne che formano l’infarcitura del timballo, il lesso di quattro giorni che diventa polpetta in umido, il bianco mangiare fatto con l’amido, i pasticci economici di crema di castagne, e sorride della buona fede dei viaggiatori. Ella vede le gradazioni di rispetto dei camerieri per la vecchia principessa col seguito, per la coppia felice di sposini ricchi, pel banchiere tronfio e pel deputato chiacchierone: ha imparato a disprezzare i miserabili che vogliono una stanza al quarto piano, con finestra sul cortile, che non pranzano a tavola rotonda, che non pigliano caffè nell’albergo e portano nella valigia una quantità di steariche, per non consumare quella dell’albergo, che costa una lira. Ella vede e sente una quantità di cose, dagli usci socchiusi, passando pei corridoi, entrando improvvisamente nel salone, alla fine del pranzo o di notte: disordini equivoci di camere, signore in camiciuola che si pettinano, signori