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perdizione 129


una faccia fra la paura e il desiderio, ma stava fermo, in mezzo all’esedra di Termini, non osando entrare.

— Sono grossi i coccodrilli, papà?

— Sì, pauroso mio.

— Grossi come Nanna, la cuoca?

— Più lunghi e più schiacciati.

— Andiamo via, papà. Raccontami tu i coccodrilli e le trigi. Mi comprerai un giocattolo a via Nazionale, coi quattrini che dovevi spendere nella baracca.

— No, gioia mia, ne hai troppi di giocattoli.

— O papà, che dici! Alessandro, alla scuola, se sapessi quanti ne ha, di belli, di complicati, con le macchinette dentro, per far camminare! Ci ha la ferrovia, con tre vagoncini, e dentro vi sono i viaggiatori e sulla caldaia vi è un macchinista, tutto nero, poveretto! Poi ci ha un giuoco di cavallo, coi saltatori, coi cavalerizzi che girano, girano. Capisci, si dà la corda, papà. Avevi tu giocattoli, quando eri piccolo piccolo, come me?