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nebulose | 107 |
pelle nera, con una larga correggia passata al braccio. Lo scatolone poggiava sul fianco e la faceva piegare tutta da una parte. Vestiva di nero, un nero stinto, dove diventato rossastro, dove verdastro: portava un cappellino di paglia nero, vecchio, circondato da un brutto nastro. Ella stessa era bruttissima, capelli rossi, viso macchiato di lentiggini, occhi senza ciglia, naso rincagnato. Essa, invece di guardare i giocattoli, guardava il bambino, ascoltando i suoi discorsi. D’un tratto il bambino si accorse di lei e le disse:
— Quanto sei brutta!
Quella trasalì, ma non rispose, e restò lì, incantata, a contemplare quel bel bambino, dal labbro orgoglioso.
— Sei brutta, vattene! — disse il bimbo, facendole dei versacci.
Ella se ne andò pian piano, sbilenca sotto il peso dello scatolone, e si perdette nella folla di quella serata estiva. Anche il bimbo si avviò, dando la mano alla serva che lo rimproverava