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— Mario è morto, tradendoti.

— Ma mi amava — Magda risponde, mentre un lieve singolare sorriso ella rivolge, alla sua vita anteriore.

— Ti amava, ti amava?

— Ne sono certa come della mia morte — ella soggiunge, profondamente. — E sono certa che ha pensato a me, morendo.

— Chi te lo ha detto? — trasalisce, lui, colpito.

— Nessuno. Ma lo so. Come se lo avessi udito, con le mie orecchie mortali, so che mi ha chiamata.

— Che ti hanno detto?

— Nessuno mi ha detto nulla. Ma la mia anima amorosa ha udito la sua voce, in agonia... Sì, sì, Camillo: io so, io ho udito che Mario ha chiamato la sua Magda... Me, ha chiamato e non l’altra! — e il più follemente felice dei sorrisi, s’irradia sul volto di quella vedova.

Camillo Moles si avvicina a sua sorella, le prende le mani, la attira a sè e la bacia in fronte. E umilmente, dice:

— Perdonami, sorella.

— Fratello caro — ella risponde, dolcemente, appoggiata a lui — mi sei sempre più caro.

L’istante di pace, di tenerezza, di armonia spirituale, lentamente si invola. E una voce acre domanda:

— Che fa, l’altra?

Magda Falcone si scuote, ha come un brivido e sogguarda suo fratello. La domanda è elusa.

— Tu non sai, che cosa faccia Barberina?

— Dimmelo tu — egli insiste, sempre più pressante.

— Porta il lutto...

— Il lutto?

— Le è morto, in guerra, il cognato, Mario Falcone.

— Ah! Non sai altro?

— Ma non ti scrive, non ti dà notizie, tua moglie?