Pagina:Serao - Mors tua.djvu/270


— 262 —

sorella, cieca e sorda, sei, sempre a credere che quel vivo, a credere che questo morto, fosse tuo?

— Ah Mario, Mario, Mario! — ella, esclamò, con un immenso strazio, tendendo, nel vuoto, le sue braccia, verso l’adorata visione della sua mente.

Nel suo furore, nel suo dolore, Camillo Moles, sospinto al culmine di queste sconvolgenti passioni, disse, a voce sorda:

— Un traditore, il tuo Mario.

— Non importa, Camillo!

— Il più infame fra i traditori, Magda.

— Non importa, Camillo!

— Fino a un giorno prima, forse, della sua morte, traditore, traditore, traditore!

— E non importa, Camillo!

— Folle, folle che sei, tu eri sua moglie e lo adoravi, io l’amavo come un fratello, perchè lo avevi prescelto, ed egli ci ha disonorati, me, te, coperti di fango!

improvvisamente Magda Falcone si tace e si fa immota. Una compostezza si distende sulle linee contratte del suo viso. Il suo sguardo, fattosi pacato, si volge verso il convulso fratello: e quell’anima pare che aspetti l’ultimo motto della verità, senza speranza e senza sgomento. Camillo Moles che è giunto all’estremo limite del suo strazio e del suo sdegno, non può, oramai, indietreggiare, nè vorrebbe. Vi sono in quell’angolo di quella stanza di albergo, in quelle due cassette del capitana Mario Falcone, morto in guerra, le cassette che gli furono confidate, e di cui egli ha violato il segreto, i documenti dell’atroce verità. Non può indietreggiare: se la mano di Magda Falcone si distende, a toccare quelle cassette, ad aprirle, egli non può impedirglielo, ora che il suo sdegno e il suo strazio, le hanno rivelato una parte di quella, vergogna. E contenendosi, con uno sforzo violento di volontà, egli dice, a sua sorella:

— Tu non conosci chi fosse l’amante, di tuo marito, Mario Falcone, fino a un mese prima della sua morte?