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conciati con una certa cura, fermati da forcinelle di falsa tartaruga, le sue mani si erano ingrossate e arrossite. Molto alta, per i suoi dodici anni, un po’ magra, aveva, in fondo, l’aspetto vigoroso: e tutto in lei esprimeva la lietezza di vivere, nella casa che era una delle ultime di Acuto, verso la campagna, fra Torto e la vigna, fra le erbe, le piante e gli alberi, fra i suoi prediletti animali domestici, nell’aria e nel sole e anche alla pioggia, con sora Tuta, la sua madrina.
— Che gli do, mamma Tutta, a sti pulcini miei?
— Miglio, miglio, Biciarella: e una conchetta di acqua fresca.
— Bene, bene!
La fanciulla prese un canestro, che aveva poggiato sovra un muretto, un canestro pieno di grani, per dare il cibo mattinale a tutto il suo pollame, galline, polli, piccioni, colombi: emise un certo suo grido gutturale, che era l’appello consueto e che quegli animali conoscevano, e fu un grande fruscio di ali per aria, e un discendere di volatili, e uno zampettar per terra, un raccogliersi, stretti, stretti, intorno alla dodicenne, pigiandosi, cercando di sopraffarsi, bezzicandosi irosamente, fra loro, e le galline più golose e più audaci pizzicando le gambe di Bicetta, che dava calcetti, che gittava il becchime, intorno, più lontano, per liberarsi, ma quelle lo divoravano e tornavano alla carica.
— Affamate, affamatissime, che volete, più, ecco, ecco, vi ho dato tutto! — strillava Bicetta Pietrangeli, alle galline, ai piccioni, ai colombi, gittando, più lontano, il fondo del suo canestro e buttando a terra anche il canestro vuoto. Ora, accovacciata innanzi alla porta aperta del gallinaio, dava un pastoncino, in un piatto di creta, alla gallinaccetta, che aveva covato così bene: e versava il miglio in un vasello, per i suoi pulcini pigolanti, già insolenti, che già si disputavano, fra loro. Mise anche l’acqua in una conchetta. Ma quando si levò, si mise improvvisamente a correre verso centro dell’orto, dove, fra gli alberi di meli e di fichi, vi
M. Serao. Mors tua... | 18 |