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grosso candelotto; altrove, in un angolo, un soldato canticchia una canzone, smorzando la voce e attorno a lui, un piccolo gruppo ripete il ritornello... Veglia delle armi; qualcuno cerca nello zaino un pacchetto di lettere, e le rilegge, una per una, quasi compitando; qualcuno sta con gli occhi aperti, nell’ombra. Veglia delle armi; può significare tanti eventi diversi. Anche, può significare l’estremo evento; ma nessuno ne parla; qualcuno vi pensa, tacitamente; e molti cercano obliare, giuocando, ciarlando, cantando...

Notte nerissima; ma è essa, veramente tacita? Ogni tanto, all’imbocco delle trincee, vien fuori la persona di un ufficiale, perchè gli è sembrato di udir un calpestìo; qualcuno raggiunge le sentineile sparse, qua e là; ognuna di esse ha creduto di udir rumore ripetuto di passi; ha chiamato, nessuno gli ha risposto, il rumore è passato; qualcuno, anzi, ha sparato un colpo di fucile; è stato senza eco; e il silenzio ha regnato. E non aver riflettori che potessero illuminare la valle, di basso in alto, specialmente in alto, lassù, ove comincia la nera boscaglia! Anche Soria ha creduto che vi fosse movimento intorno, ed è saltato fuori, e ha camminato di qua, di là, ha parlato sottovoce, con qualche altro compagno, con qualche sentinella. Niente di sicuro: niente.

— Signor tenente, succede qualche cosa... — gli dice l’esperto, l’astuto fante Franceschi, che neppure dorme, quando rientra il suo ufficiale.

— Che credi, tu?

— Non lo so. Ma qualche cosa vi è, intorno...

— Aspettiamo, aspettiamo... — risponde Soria, invocando l’alba con tutto il suo desiderio.

È all’alba che le piccole pattuglie, quattro o sei uomini, vanno esplorando cautamente i dintorni; si allontanano, dal loro graduato, in tutte le direzioni. Tardano. Il sole è apparso; nessuno torna ancora. Febbrile impazienza. Poi, di mezz’ora in mezz’ora, questi esploratori ritornano alle loro sedi; e il loro rapporto è sempre eguale. Il

M. Serao., mors tua... 14