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parli; ma questa idea, è fissa nel mio cervello.... — disse, cupamente, la madre di Gianni Scalese.

— Loreta, Loreta ne parla sempre — gridò, convulsa, Carolina Leoni, — mia figlia e Carletto Valli, il suo fidanzato, sono così presi, che mi sgomentano....

— Bisogna pregare, amiche mie; preghiamo molto; preghiamo sempre — rispose a tutte, Marta, con improvvisa dolcezza.

— Io mi consumo in orazioni — disse Carolina Leoni. — Il vecchio sacerdote, monsignor Morcaldi, me ne ha date alcune, così belle, così fervorose, per iscongiurarne il flagello....

— Io mi sono votata a Sant’Antonio da Padova; andrò a piedi, a Padova, al suo santuario, se egli scampa me e tutte le madri, da questa atroce minaccia — dichiarò, esaltatamente, Carmela Soria.

— Io mi sono votata a santa Rita da Cascia, per il mio Gianni. Io le ho detto: santa Rita, se dovessi perdere mio figlio, il mio unico bene, su questa terra, io lo seguo subito, nella morte. Santa Rita, santa Rita, non vorrete che muoiano, la madre e il figlio? — e parve che Antonia Scalese delirasse, a freddo, senza febbre.

Alle disperate parole ove palpitava, sanguinante, il cuore materno, parve che un soffio tragico invadesse la chiusa stanza, e più vasta si facesse la impalpabile figura del fantasma.

— Forse siamo tutte pazze — riprese, fievolmente, Carolina Leoni. — Forse è il terrore che ci fa impazzire. Siamo così vili.... Le notizie non sono cattive....

— .... vi è molta gente, sicurissima che nulla avverrà — proruppe, subito, Carmela Soria. — Sì, sì, vi sono ministri, senatori, persone attorno al Re, che dicono non esservi nulla di vero, in questa minaccia.

— .... Una veggente, una veggente religiosissima, quasi una santa, Rosaria Cardamone, così si chiama, ha dichiarato che Iddio ci salverà da questo flagello, — concluse, con forza, Antonia Scalese.