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BARCHETTA-FANTASMA 91


— Giammai. Dio deve castigarci egualmente.

Un silenzio si prolungò. Si guardavano, mentre alla loro passione si univa la nota dolce di una tenerezza grave come un presentimento. La barca volava sull’acqua; il barcaiuolo vogava con grande forza, senza volgere il capo a guardare gli amanti.

— Non ti sembra, Aldo, che siamo lontani assai dalla sponda?

— Tanto meglio, dolcezza mia.

— Perchè quel barcaiuolo non parla?

— C’invidia forse, Tecla. È giovane, amerà senza speranza.

— Interrogalo, Aldo. Domandagli perchè nasconde il suo volto.

D’un tratto il barcaiuolo si volse. Era Bruno. Era la figura dell’odio. Aldo e Tecla si strinsero, si baciarono. E la barca si capovolse sul bacio degli amanti, sul grido di furore di Bruno. Tre volte vennero a galla gli amanti, abbracciati, stretti con una celestiale beatitudine nel viso, tre volte venne a galla una faccia contratta dalla collera.