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BARCHETTA-FANTASMA 85

more di Bruno era rimasto inutile, inutile. Bruno sel sapeva, Tecla glielo aveva detto. Ella non mentiva mai. Era sposa a lui, senza odio, ma senza trasporto. Bruno non si rassegnava, no. Tecla era il cruccio insoffribile della sua vita, il chiodo irrugginito, ficcato nel cervello, il tronco di spada spezzato ed incastrato nel cuore. La ruga della sua fronte, la crudeltà del suo sguardo, il sogghigno del suo labbro, l’amarezza della sua bocca, il fiele del suo spirito era Tecla. Avrebbe dovuto morire, ma quando s’ama non se ne ha il coraggio. Avrebbe potuto uccidere Tecla, ma non vi pensava. Non si uccide una donna virtuosa: Tecla era virtuosa, di una virtù alta e fiera.

Ma come ogni altezza ne trova un’altra che la superi e la vinca, fino a che non si arrivi all’invincibile ed all’incommensurabile, così dinanzi alla virtù di Tecla giganteggiò, immenso, l’amore. Fu una grande sconfitta; fu un gran trionfo. D’un tratto