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IL PALAZZO DOGN’ANNA 75

della poveretta morente e copre di baci quel volto pallido d’agonia. Invero, egli fu così focoso in tale slancio, così patetica ed improntata di dolore la sua voce, così disordinato ogni suo gesto, che veramente parve superiore ad ogni vero attore, e parve che la verità animasse il suo spirito, sino al punto che la sala intera scoppiò in applausi.

Sola, sul suo trono, tra le sue gemme, sotto la sua corona ducale, Donn’Anna impallidiva mortalmente e si mordeva le labbra. Non era lei la più amata.

Le due donne s’incontravano nelle sale del palazzo Medina; si guardavano, Donna Mercede fremente di gelosia, l’occhio nero covante fuoco, smorta, rodendo un freno che la sua libera anima abborriva; Donna Anna, pallida di odio, muta nella sua collera; si guardavano, impassibile e fredda Donn’Anna, agitata e febbrile Donna Mercede. Scambiavano rade ed altere parole. Ma se la gelosia scoppiava irresistibile, l’ingiuria correva sul loro labbro:

— Le donne di Spagna sono esse le pri-