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MARE 51

rossa nel palpito del mare: sono pescatori che stordiscono, con la fiaccola, il pesce. In quelle acqua un giovanetto nuotatore, bello e gagliardo, vinto dalle onde, invano ha chiamato aiuto ed è morto affogato; in una notte d’inverno una fanciulla disperata ha pronunciata una breve preghiera e si è lanciata in mare, donde l’hanno tratta, orribile cadavere sfracellato e tumefatto. È il mare del Nord, con la sua mestizia, la sua vastità deserta, i suoi scogli lacerati, il metro piangente dell’onda; è il Nord coi suoi fantasmi, con le sue nebulosità. È il mare che Dio — come dice la vecchia leggenda — ha fatto per i malinconici, per gli ammalati, per i nostalgici, per gl’innamorati dell’infinito.

Invece ride il mare di Mergellina; ride nella luce rosea delle giornate stupende; ride nelle morbide notti d’estate, quando il raggio lunare pare diviso in sottilissimi fili d’argento, ride nelle vele bianche delle sue navicelle che paiono giocondi pensieri aleggianti nella fantasia. Sulla riva scorre la fontana con un cheto e allegro mor-