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bidiente ed inerte il braccio che opera; quando accanto all’artista che sogna, sorgerà il popolo che intende, il borghese che pensa e l’aristocratico che sente: allora solamente la città sarà stupenda. Ora ella s’adorna di fiori, ma è povera; ora ella sorride, ma appena appena il lacero vestito che fu di porpora, copre le belle membra; ora ella è gaia, ma spera solo dalle pioggie benefiche il lavacro che terge le sue strade nere e sporche; ora balla e canta sulle sue sponde odorose, dove il mare accompagna le sue danze e le sue canzoni, ma nel suo porto non accorrono ancora le navi dai gonfi fianchi carichi di mercanzie; ora biancheggiano le ville di cui s’adornano i suoi colli, ma non sale ancora al cielo, incenso gradito, il fumo grigio dei mille opificii. Che importa! Questo giorno verrà ed allora la città sarà santa. Pensa, o poetica amica, al felice connubio dell’arte con la natura, pensa alla celeste armonia fra l’uomo che crea ed il mondo da lui creato, pensa alla città che sarà bella e buona,