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leggenda di capodimonte 211

dietro il candore della pelle pareva che cominciasse a correre il sangue. Egli, folle, morente di amore, le offerse la sua vita per una parola.

— M’ami?

— Sì — parve un sussurrìo.

Allora, in un impeto di passione, egli l’abbracciò. Un orribile scricchiolìo s’intese e la divina fanciulla cadde al suolo, frantumata in tanti cocci di porcellana candida.

Nella notte profonda, quando i custodi dormivano, nella deserta sala delle porcellane cominciò un mormorio, un bisbiglio, un’agitazione. Correvano fremiti da una scansia all’altra, attraverso i cristalli; voci irose e sommesse si urtavano, fieri propositi, progetti di vendetta cozzavan l’un contro l’altro. Poco a poco la calma si ristabilì: tutto era deciso. La sfilata cominciò. Prima fu l’Aurora bianca sul suo carro tirato da quattro cavalli candidi; e discesa nel giardino dove lui giaceva