veduto a mangiarne, divorava con una delizia sorridente, col capo riverso indietro, con gli occhi lucidi di contentezza. Nei quartieri bassi del Pendino e del Mercato, dove i bambini sono pallidi e malaticci pel cibo di frutta acerbe, egli, di nascosto, dava loro dei soldetti e fuggiva via con le sue lunghe gambe, gridando ed agitando il bastone. Su pei giardini delle colline dove i bimbi sono floridi di ciera, hanno i capelli gialli pel sole ed i piedi nudi nella polvere, egli li chiamava a frotte intorno a sè, faceva le capriole, si buttava per terra come un pazzo e se li faceva camminare sulle gambe, sulla pancia, sullo stomaco, ridendo e strillando, poi ne agguantava un paio, li baciava disperatamente e scappava via per le viottole, simile ad uno spaventa-passeri. Di notte girava per le vie della città dietro ai bimbi che cercano i mozziconi dei sigari e tastando in terra col bastone, coi suoi occhi di gatto che bucavano l’oscurità, ne trovava, anche lui dei mozziconi e li buttava tacitamente nel cestino